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Le biotecnologie

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Cosa sono le biotecnologie

 

Il termine “biotecnologia” vede l’unione dei sostantivi biologia e tecnologia, dove il primo designa lo studio e la conoscenza (logos) degli esseri viventi (bios) e il secondo (techne) l’applicazione e l’utilizzo di strumenti tecnici.

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Fra le molte definizioni, la più moderna e completa, oggi, è quella contenuta nella Convenzione sulla Diversità Biologica o CBD – Convention on Biological Diversity, trattato internazionale adottato a Nairobi nel 1992. Secondo tale definizione, la biotecnologia o, al plurale, le biotecnologie, vanno a indicare la pluralità delle tecnologie sviluppate e i relativi ambiti di applicazione

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Biotecnologie tradizionali e innovative

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Le conquiste della biologia nell’ambito delle ricerche sul DNA e i successi dell’ingegneria genetica inducono a distinguere tra biotecnologie tradizionali (o convenzionali) e biotecnologie innovative (o avanzate). La distinzione, più che in relazione alla logica passato/presente, è legata al fatto che le biotecnologie tradizionali vertono principalmente sulle scoperte, mentre le biotecnologie innovative riguardano invenzioni, creazioni di strumenti e di oggetti precedentemente non esistenti.

Biotecnologie innovative

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Griffith è considerato il padre dell’ingegneria genetica: scienziato di grande intuizione, in quegli anni non poteva sapere che quel materiale ereditario era, in realtà, costituito dal DNA. La scoperta vera e propria avvenne nel 1944 e nel 1953 fu scoperta la struttura del DNA e il suo meccanismo di replicazione

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Il DNA è una molecola di acido desossiribonucleico all'interno della quale sono presenti le istruzioni che definiscono, regolano e mantengono la caratteristiche del corpo di un individuo.

 

L’importanza del DNA deriva dal fatto che le informazioni contenute al suo interno costituiscono il patrimonio genetico che un individuo ha ricevuto in eredità dai genitori e che a sua volta trasmette ai propri figli.

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Il DNA è costituito infatti da due filamenti avvolti in una doppia elica e i montanti, cioè le strutture portanti verticali, sono costituiti dal succedersi di molecole di acido fosforico legate tramite il desossiribosio. Ogni gradino che unisce le eliche è formato da una coppia di basi azotate legate tramite legami di idrogeno. Le quattro basi azotate sono: adenina, timina, citosina e guanina e vengono definite basi complementari perché il legame tra le basi può avvenire solo tra adenina e timina e tra guanina e citosina.

 

Inoltre una molecola di acido fosforico, una molecola di desossiribosio e una delle quattro basi azotate formano un nucleotide cioè l’elemento fondamentale che costituisce la catena del DNA

 

Per quanto riguarda invece la duplicazione del DNA Griffith ha scoperto che durante la riproduzione cellulare, la mitosi, i cromosomi presenti nel nucleo della cellula si duplicano cioè creano una copia identica di sé stessi. 

Campione di sangue

Durante la mitosi infatti i cromosomi si srotolano e il DNA si apre separando i due filamenti della doppia elica. Questo avviene poiché i legami di idrogeno che legano le basi azotate sono molto deboli. In seguito a questa separazione, sparsi nel nucleo della cellula ci sono numerosi nucleotidi liberi e per ognuno di essi, l’enzima DNA-Polimerasi lega la base azotata alla sua complementare che si trova in ciascun filamento aperto.

 

Il risultato del processo di duplicazione porta alla formazione di due nuove molecole di DNA che sono identiche tra loro e identiche all’originale.

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