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La tecnologia nell'arte

Il termine tecnologia è una parola composta che deriva dal greco “téchne”, arte , abilità e “logia”, discorso, spiegazione. L’etimologia del termine sottolinea lo stretto rapporto tra arte e tecnologia.

Queste ultime sono due aspetti della creatività umana che all'apparenza hanno molte differenze, ma in realtà sono strettamente collegate.

 

I risultati raggiunti in ambito artistico sono dovuti oggi anche al progresso tecnologico. Viceversa, gli inventori della tecnologia si sono ispirati all’arte per creare nuovi strumenti. 


Gli artisti, da sempre, si sono basati sulle conoscenze tecnologiche e sull’ingegno per trovare i materiali e gli strumenti adatti per esprimere al meglio la propria visione del mondo. Ogni opera d’arte scaturisce, in primo luogo, e, soprattutto, dai materiali che l’artista ha a disposizione e dalla sua abilità nel manipolarli.

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In generale, la tecnologia influenza la creazione artistica e le possibilità di espressione degli artisti.

Fin dall’Età della pietra, il rapporto con la tecnologia ha avuto un ruolo importante nello sviluppo dell’attività artistica e nel corso dei secoli questo rapporto ha avuto un andamento alterno. Nel periodo del Rinascimento, arte e tecnologia si fondono e quasi confondono l'una nell'altra. 


 

Nell’epoca rinascimentale, l’interesse dell’arte ( techne ) era rivolto verso la scienza dei numeri, le proporzioni e i rapporti. L’arte si dedicava alla progettazione di macchine ed edifici destinati a scopi sia civili che militari. L’artista, oltre a essere tale, era anche un po’ tecnico, scienziato, filosofo e inventore. 

 

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L’architetto fiorentino Filippo Brunelleschi, nel Quattrocento, aveva dipinto, nel corso di un esperimento, due tavolette che hanno segnato la nascita della prospettiva intesa come insieme di procedure geometrico-matematiche dei passaggi che consentono di costruire l’immagine di una figura nello spazio su un piano. Brunelleschi è l’artista-scienziato che ha segnato il passaggio dal Medioevo al Rinascimento. Tutta la sua opera artistica, architettonica e teorica può essere interpretata come una ricerca matematica, una ricerca delle relazioni geometriche, delle leggi fisiche e meccaniche.

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Da Brunelleschi in poi, gli artisti sono in grado di determinare in che misura la distanza influisce sulla dimensione degli oggetti. Le opere di Brunelleschi sono state accolte con entusiasmo anche dai suoi contemporanei, come il pittore fiorentino Masaccio.

Egli, tra il 1425 e il 1428, dipinse un’opera per la chiesa di Santa Maria Novella in cui rappresenta in modo prospetticamente ineccepibile la
Santissima Trinità con la Vergine e San Giovanni ai piedi della Croce e i donatori inginocchiati all’esterno. La prospettiva rappresenta un nuovo modo di osservare la natura, gettando così le basi per la rivoluzione scientifica del diciassettesimo secolo..

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Dopo Brunelleschi, anche l’opera di Leonardo da Vinci è un fitto intreccio di arte, scienza e tecnologia al servizio della conoscenza e della rappresentazione.

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Leonardo simboleggia lo sforzo dell’uomo che tende alla razionalità, nonostante sia un uomo del Medioevo: un'epoca profondamente intrisa di cultura religiosa. 

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Egli nei suoi trattati è stato il primo a ipotizzare l’esistenza di due prospettive: quella lineare di Brunelleschi e quella aerea con la quale intendeva il meccanismo della messa a fuoco. Se si guardano nitidamente le figure in primo piano, l’occhio non può contemporaneamente mettere a fuoco anche le figure sullo sfondo che risultano più sfocate. Quindi, se il pittore sfoca le immagini in lontananza, riesce a creare un effetto di tridimensionalità che non fa ricorso alle linee geometriche dell’architettura.

 

A Leonardo si devono, inoltre, i primi studi in Europa sulla possibilità di proiettare immagini dal vero su un foglio dove potevano essere facilmente ricopiate, con la cosiddetta camera oscura leonardiana. Con questo strumento l’inventore voleva dimostrare che le immagini hanno una natura puntiforme e si propagano in modo rettilineo venendo poi invertite da un foro strettissimo che fungeva da obiettivo.

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Nel XVIII secolo la camera ottica risultava ancora utilizzata da pittori come Canaletto e Bellotto, i quali, grazie a questo strumento hanno acquisito una precisione praticamente fotografica nel dipingere quei paesaggi veneziani per i quali continuano ancora oggi a essere celebri.

 

Solo nel 1800 qualcuno pensa alla possibilità di combinare le proprietà creatrici della camera ottica con la possibilità di registrare le immagini ottenute, sfruttando le caratteristiche dei sali d’argento sensibili alla luce. E così negli anni trenta dell’800 nasce la fotografia, che ha portato il pittore Paul Delaroche, nel 1839, a esclamare: “Da oggi la pittura è morta”.

 

Con la fotografia, l’arte pittorica subisce una scossa che segna il tramonto della pittura accademica tesa, fino a quel momento, alla riproduzione perfetta di un mondo inesistente. In realtà, la fotografia non comporta la morte della pittura, ma solo il passaggio a forme pittoriche diverse.

 

Grazie alla fotografia, che imprigiona e documenta la realtà, il pittore può andare oltre quello che l’occhio vede, può annullare le regole della prospettiva. Il primo mezzo che è riuscito a legare l’arte e la tecnologia è stata infatti la fotografia.

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Con il tempo ogni nuovo strumento tecnologico si è posto al servizio dell’attività artistica. Il susseguirsi di innovazioni tecnoscientifiche della nostra epoca diventa l’oggetto dell’attenzione dell’artista.

Come nel Rinascimento, gli artisti tendono a confondersi con gli scienziati e l’arte contemporanea si pone come tramite tra la ricerca tecnoscientifica e la società. 

La Tecnologia nei musei

L’adozione della tecnologia nella cultura e nello spazio museale ha subito un’accelerazione nell'ultimo decennio. Molte attrazioni offrono infatti offerte innovative con le più recenti tecnologie.

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Alcuni importanti progetti di innovazione tecnologica sono stati portati avanti da realtà museali come il Natural History Museum di New York City, il National Museum di Washington D.C. e lo Smithsonian Institution.

 

Questi cambiamenti hanno trasformato alcuni aspetti della vita museale e hanno avuto un grande impatto sul modo in cui i musei raccolgono e utilizzano le informazioni.

 

La realtà virtuale occupa molto spazio nei musei esteri e offre ai visitatori esperienze nuove e coinvolgenti.

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I visitatori possono esplorare epoche e luoghi diversi, fare un tour virtuale del museo, giocare con la tecnologia della realtà virtuale. Tutto ciò sta diventando sempre più importante e offre a tutti maggiori opportunità, soprattutto in futuro con la maggiore diffusione di nuove tecnologie come la realtà virtuale e la realtà aumentata.

 

La tecnologia museale continuerà quindi a evolversi e anche la cultura sarà uno dei più importanti settori di ricerca e sviluppo per il futuro dei musei. 

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In Italia sono numerosi i musei che offrono esperienze virtuali immersive di esplorazione dei più grandi capolavori artistici.

 

Un esempio sono i musei Vaticani che tramite la digitalizzazione hanno creato un modello in tre dimensioni dell’intero patrimonio artistico. Infatti tramite gli strumenti laser scanner e le altre tecnologie altamente professionali è possibile osservare rappresentazioni tridimensionali estremamente minuziose nella qualità del dettaglio.

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